L’utilizzo di ChatGPT può minare la sicurezza dei dati aziendali?

L’utilizzo di ChatGPT può minare la sicurezza dei dati aziendali?

L’utilizzo di ChatGPT in ambito aziendale solleva questioni importanti sulla sicurezza dei dati sensibili. Se da un lato questo tipo di tecnologia basata sull’Intelligenza Artificiale può essere una preziosa alleata per velocizzare e migliorare alcuni aspetti aziendale, dall’altro è di fondamentale importanza tenere in alta considerazione tutte le misure di sicurezza per evitare potenziali minacce alla privacy e alla riservatezza dei dati aziendali.

Implementare protocolli di sicurezza robusti e gestire al meglio le informazioni può aiutare a utilizzare ChatGPT nella maniera più sicura ed etica.

In questo articolo vedremo:

Trasformazione Digitale

Utilizzo di ChatGPT in azienda

L’utilizzo di ChatGPT in azienda può variare in base al tipo di organizzazione e alle sue esigenze specifiche. Un suo uso molto utile è quello che lo vede integrato all’interno dei canali di assistenza per rispondere alle domande più frequenti e fornire informazioni base al fine di risolvere i problemi più comuni dei clienti.

Allo stesso modo ChatGPT può essere utilizzato per automatizzare risposte ad alcune email, o messaggi standardizzati, liberando così da queste incombenza il personale che potrà dedicarsi a questioni più complesse.

Lo strumento di IA può, inoltre, essere utile per realizzare bozze di contenuti utili ai profili social o ai blog, che dovranno poi essere controllate e finalizzate dal personale. Questo permette di accelerare l’intero processo creativo.

Un altro uso utile di ChatGPT è quello per l’analisi di grandi quantità di dati testuali, che possono essere riassunti, o utilizzati per estrapolare informazioni chiave e generare report.

Può essere, infine, utile implementare ChatGPT per aiutare i dipendenti a trovare informazioni all’interno della rete aziendale, o per supportarli nella fase iniziale di progetti.

Quali rischi può comportare l’utilizzo di ChatGPT in azienda

Nonostante tutti gli strumenti messi in campo da OpenAI per rendere più sicuro possibile l’utilizzo di ChatGPT, esistono ancora alcuni dubbi per quanto riguarda la protezione dei dati: è essenziale, infatti, che questo strumento rimanga sempre aggiornato sulle leggi che regolano l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale all’interno dei paesi in cui opera.

Sappiamo già che i malintenzionati stanno usando ChatGPT in maniera poco etica, per realizzare contenuti falsi, come possono essere le finte recensioni. L’applicazione è, inoltre, suscettibile al Prompt Injection, ovvero un sistema messo a punto dagli hacker che vede l’inserimento di comandi atti a portare il modello a scrivere codici malevoli, o sviluppare siti per il phishing.

Le aziende poi, non sempre, rivelano agli utenti l’utilizzo di ChatGPT per interagire con loro, aumentando il rischio di perdere la loro fiducia. In California, la legge prevede che, riguardo alcune conversazioni, ai consumatori deve essere chiaro che stanno dialogando con un bot e non una persona in carne e ossa.

Richiedendo l’accesso ed elaborando moltissimi dati, è importante che le aziende le quali utilizzano ChatGPT rispettino sempre tutte le normative sulla protezione dati, come il GDPR. Questo vuol dire che ogni organizzazione che decide di utilizzare questo tipo di applicazione deve sempre implementare adeguate misure di sicurezza per proteggere i dati sensibili.

La posizione del garante per la protezione dei dati personali

A inizio Aprile 2023 il Garante della Privacy ha dato lo stop a ChatGPT citando la raccolta illecita dei dati personali e l’assenza di una verifica dell’uso da parte dei minori. Questo dopo che il 20 marzo aveva subito una cospicua perdita di dati riguardanti conversazioni di utenti e informazioni relative al pagamento degli abbonati a un servizio.

In quella data il Garante aveva fatto sapere che vi era una sostanziale mancanza di informativa che giustificasse “la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di addestrare gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”.

OpenAI, che non una sede nell’Unione Europea, ma un designato un rappresentante nello Spazio Economico Europeo ha, nel giro di 20 giorni, intrapreso tutte le misure necessarie affinché il Garante della Privacy potesse dare il nulla osta a ripartire.

In particolare, come si può leggere dal sito del Garante della Privacy, l’azienda ha, tra le altre cose:

  • Predisposto e pubblicato sul proprio sito un’informativa rivolta a tutti gli utenti e non utenti, in Europa e nel resto del mondo, per illustrare quali dati personali e con quali modalità sono trattati per l’addestramento degli algoritmi e per ricordare che chiunque ha diritto di opporsi a tale trattamento.
  • Ampliato l’informativa sul trattamento dei dati riservata agli utenti del servizio rendendola ora accessibile anche nella maschera di registrazione prima che un utente si registri al servizio.
  • Riconosciuto a tutte le persone che vivono in Europa, anche non utenti, il diritto di opporsi a che i loro dati personali siano trattati per l’addestramento degli algoritmi anche attraverso un apposito modulo compilabile online e facilmente accessibile.
  • Introdotto una schermata di benvenuto alla riattivazione di ChatGPT in Italia, con i rimandi alla nuova informativa sulla privacy e alle modalità di trattamento dei dati personali per il training degli algoritmi.
  • Chiarito, nell’informativa riservata agli utenti, che mentre continuerà a trattare taluni dati personali per garantire il corretto funzionamento del servizio sulla base del contratto, tratterà i loro dati personali ai fini dell’addestramento degli algoritmi, salvo che esercitino il diritto di opposizione, sulla base del legittimo interesse.
  • Implementato per gli utenti già nei giorni scorsi un modulo che consente a tutti gli utenti europei di esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei propri dati personali e poter così escludere le conversazioni e la relativa cronologia dal training dei propri algoritmi.

Il Garante della Privacy ha, quindi, riconosciuto i passi avanti compiuti da OpenAi riguardo al trattamento dei dati di ChatGPt, augurandosi che l’azienda continui questo percorso di adeguamento alla normativa europea sulla protezione dei dati.

Accorgimenti di privacy da adottare

Per affrontare al meglio i rischi legati alla privacy di ChatGPT bisogna adottare alcune strategie utili per utilizzare l’applicazione in modo etico e soprattutto sicuro.

Il nostro consiglio per proteggere i propri dati sensibili dalla divulgazione non autorizzata è quello di applicare le tecniche più avanzate di anonimizzazione e crittografia. In questa maniera si andrà a proteggere l’identità degli utenti, facendo in modo che le loro informazioni personali rimangano private lungo tutto il periodo di utilizzo di ChatGPT.

Si possono, inoltre, adottare protocolli di sicurezza più avanzati che offrono un sempre maggiore livello di protezione da qualsiasi tipo di vulnerabilità.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella trasformazione digitale

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella trasformazione digitale

L’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo chiave nella Digital Transformation. L’IA, infatti, non solo offre soluzioni avanzate di automazione, ma attraverso l’apprendimento automatico, l’analisi dei dati e l’elaborazione intelligente, rivoluziona il modo di operare delle aziende.

Le imprese possono così ottimizzare e innovare i processi, migliorando la propria efficienza, grazie anche la personalizzazione dei servizi e la capacità predittiva che l’IA riesce a offrire.

In questo articolo andremo a esplorare quali vantaggi competitivi offre l’Intelligenza Artificiale all’interno di un panorama in continua trasformazione.

Trasformazione Digitale

Perché l’IA è importante per la trasformazione digitale

L’Intelligenza Artificiale può avere un’importanza chiave nel contesto di trasformazione digitale di un’azienda, in particolare perché permette l’automatizzazione di alcuni processi, riducendo il carico di lavoro umano e permettendo una maggiore efficienza.

L’IA permette di analizzare grandi quantità di dati in poco tempo e in maniera avanzata, così da identificare pattern, tendenze e informazioni per prendere decisioni ponderate. Inoltre l’Intelligenza Artificiale può essere d’aiuto nel personalizzare le esperienze di utenti e clienti, adattando i servizi alle loro esigenze specifiche.

L’IA stimola l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni, migliora i processi decisionali grazie al suo apprendimento automatico e alla capacità predittiva, riducendo gli errori umani e fornendo un vantaggio competitivo significativo.

Come potenziare la trasformazione digitale con l’IA

Mettendo ben in chiaro che l’IA non può essere un sostituto dell’intervento umano, ma solo un aiuto, vediamo come potenziare la trasformazione digitale grazie proprio all’Intelligenza Artificiale.
L’IA può agire come un acceleratore di innovazione e cambiamento, ottimizzando i processi aziendali e rendendo più efficienti le operazioni quotidiane attraverso l’automazione. Le aziende hanno, poi, sempre necessità di analizzare i dati in maniera rapida. L’Intelligenza Artificiale è in grado di fornire insight approfonditi e previsioni precise, consentendo alle organizzazioni di prendere decisioni informate e strategiche basate su dati reali.
La trasformazione digitale può essere potenziata con l’analisi approfondita dei propri clienti e utenti, al fine di offrir loro esperienze sempre più personalizzate.
L’IA può essere un valido supporto nei momenti di brainstorming e di blocco creativo. Essa può, infatti, offrire suggerimenti basati su analisi, aiutando lo sviluppo di servizi e prodotti sempre più in linea con le esigenze di mercato.

Qual è il futuro dell’IA nella trasformazione digitale?

L’utilizzo dell’IA continuerà sempre di più a crescere, diventando un elemento chiave in molteplici settori e processi aziendali. L’evoluzione delle tecniche di apprendimento automatico e di deep learning migliorerà la capacità dell’IA di comprendere, interpretare e analizzare dati complessi in tempo reale, consentendo previsioni più precise e soluzioni più personalizzate.

L’Intelligenza Artificiale potrà collaborare con diverse tecnologie migliorando in maniera significativa l’automazione, la sicurezza e le analisi dei dati.
Allo stesso modo, più si evolverà, più l’etica nell’utilizzo dell’IA sarà un nodo cruciale che dovrà essere affrontato garantendone una gestione responsabile, in particolare nell’ambito di protezione dei dati.

Quello che è certo è che l’Intelligenza Artificiale diventerà un elemento fondamentale nella trasformazione digitale, consentendo una maggiore efficienza, personalizzazione e innovazione, con le aziende che adotteranno strategie mirate nello sfruttare appieno il suo potenziale per mantenere un vantaggio competitivo.

Quali sono i principali campi di applicazione dei processi di intelligenza artificiale?

I processi di IA trovano applicazione in diversi campi, diventando un motore per l’innovazione che trasforma in maniera radicale i processi e i metodi di lavoro. Il suo utilizzo diversificato ha rivoluzionato in maniera significativa la gestione aziendale, la salute, la finanza, il commercio, la produzione e molti altri settori, che la utilizzano nei processi decisionali, o di analisi di dati.

I campi di applicazione che andremo a vedere di seguito dimostrano la vasta espansione che può avere l’Intelligenza Artificiale, in grado di guidare il futuro all’insegna dell’innovazione della trasformazione.

  • Assistenza sanitaria: L’Intelligenza Artificiale viene utilizzata come aiuto nella diagnostica, nella personalizzazione dei trattamenti e nella gestione dei dati sanitari.
  • Finanza: L’IA è utile per l’analisi dei mercati, gestione del rischio, il trading automatico e l’elaborazione di richieste di prestito.
  • Retail: Risulta molto utile per la logistica, ma anche per analizzare i dati dei clienti, prevedere le loro domande e dubbi e personalizzare le esperienze di acquisto.
  • Produzione: In questi settori, l’IA è applicata per ottimizzare i processi, prevedere la quantità e la tipologia di domanda in base ai dati e allo storico, pianificare la produzione e migliorare l’efficienza della catena di approvvigionamento.
  • Automotive: Nel settore automobilistico, l’IA è utilizzata per lo sviluppo di veicoli autonomi, e per la gestione dei dati inviati dai veicoli.
  • Risorse umane: Grazie all’analisi dei dati l’Intelligenza Artificiale è di supporto nella selezione del personale, la gestione delle performance e la creazione di strategie per coinvolgere di più i dipendenti.
  • Marketing: Nel settore del digitale l’IA può essere un valido aiuto per la realizzazione di brainstorming, analizzare dati e competitors, ma anche per suggerire idee.

Vantaggi dell’integrazione tra Digitalizzazione e IA

L’integrazione tra Digitalizzazione e Intelligenza Artificiale è, e sarà, un motore trainante per moltissime aziende che potranno trarne molti vantaggi.

Prima di tutto questo coordinamento, ottimizzando la ricerca dei dati, permette un’indagine più rapida all’interno degli archivi digitali. È così migliora l’accessibilità e il reperimento di informazioni specifiche.

Un altro beneficio dell’integrazione è quello di ridurre gli errori umani. L’automazione nell’analisi dati minimizza le inesattezze, aumentando l’affidabilità delle operazioni aziendali e mitigando i rischi derivanti da decisioni fondate su dati incompleti o imprecisi.

L’IA, unita alla Digitalizzazione, permette alle organizzazioni di esplorare nuove opportunità commerciali, potenziando la loro capacità di adattarsi alle nuove sfide, migliorandone la precisione e l’efficienza all’interno del mercato contemporaneo.

Incident Response per i servizi Cloud: come garantire la Business Continuity

Incident Response per i servizi Cloud: come garantire la Business Continuity

Implementare un efficace Incident Response per i servizi Cloud è fondamentale per garantire la Business Continuity. Per affrontare gli incidenti informatici, che possono capitare in un contesto sempre più tecnologico nel quale operano le aziende, c’è la necessità di un approccio sempre più mirato e strategico così da mantenere operativa l’impresa.
La gestione degli incidenti nel Cloud è utile al fine di identificare, affrontare e ripristinare le operazioni in caso di interruzioni impreviste, o minacce alla sicurezza dei dati. Un piano di Incident Response comporta la tempestiva individuazione, la risposta rapida e la mitigazione degli incidenti per proteggere i dati critici e le operazioni aziendali.

Per comprendere al meglio l’importanza, in questo articolo vedremo:

attacchi informatici

Il Cloud non garantisce la Business Continuity

Molto spesso le aziende compiono una transizione verso un’architettura Cloud o ibrida, principalmente per cercare una continuità operativa. In questo modo si permette ai sistemi di rimanere sempre in funzione anche quando ci si trova ad affrontare eventi importanti che possono avere un impatto negativo dal punto di vista informatico.

Nonostante il passaggio in Cloud possa mitigare le criticità derivanti da questi eventi, non può ancora essere considerato come la soluzione unica per risolvere i vari problemi che colpiscono i sistemi informatici di ogni singola organizzazione. Le varie criticità, quindi, possono essere ridotte attraverso il Cloud, che ricordiamo si basa sempre su infrastrutture di server, software e tecnologie di autenticazione, ma non completamente eliminate.

Incident Response e Business Continuity per il Cloud

Un’architettura Cloud potrebbe dare la sensazione alle aziende di essere completamente protette dalle vulnerabilità. In realtà il Cloud necessita di avere personale dedicato all’Incident Response in grado di gestire le situazioni più critiche e permettere la Business Continuity.

L’Incident Response prevede la realizzazione di piani dettagliati per fronteggiare e rispondere prontamente a minacce informatiche, interruzioni del servizio, o violazioni della sicurezza. Si dovranno, quindi, identificare in maniera tempestiva le criticità, raccogliendo tutte le informazioni utili per prevenire problemi futuri.

Garantire la Business Continuity vuol dire permettere alle attività aziendali di non subire interruzioni anche in situazioni emergenziali, pianificando e implementando misure di ripristino come, ad esempio, il Disaster Recovery.

Integrare procedure di Incident Response e Business Continuity, nel contesto di un’architettura Cloud, richiede un approccio strategico e sinergico. I piani realizzati devono essere regolarmente testati e aggiornati, così da garantire un ambiente Cloud più sicuro e pronto alle potenziali interruzioni.

Come sviluppare un Incident Response Plan per mantenere la Business Continuity

Sviluppare un piano di Incident Response è di fondamentale importanza per garantire la Business Continuity di un’azienda. Si parte sempre da una valutazione dei rischi considerando le possibili minacce informatiche, gli errori umani, gli eventi naturali e tutte quelle situazioni che potrebbero interrompere le operazioni.

Il plan di risposta viene poi, essenzialmente, suddiviso in quattro fasi:

  1. Fase di rilevazione: È la più importante perché stabilisce come si andrà a gestire l’incidente. Vengono configurati i sistemi per monitorare gli allarmi, comprendendo attività come: il monitoraggio dell’autenticazione dei server, dei log anomali, dei report del firewall, della posta indesiderata e di eventuali anomalie sul sito web. È sempre in questa fase che verrà coinvolto il Responsabile dei Sistemi Informativi (RSI), delineando chiaramente le responsabilità e le azioni da intraprendere.
  2. Fase di analisi: Un team specializzato va a identificare e classificare gli incidenti. In base alla gravità, vengono adottate azioni specifiche, inclusa la gestione degli allarmi, la comunicazione e, se necessario, il coinvolgimento di organizzazioni esterne.
  3. Fase di gestione: In questa fase del piano si vanno a distinguere i livelli di gravità. Gli incidenti di livello 0-1 vengono gestiti internamente, mentre quelli di livello 2 coinvolgono un tavolo tecnico e, se necessario, altre aziende esterne. Gli incidenti di livello 3, in caso coinvolgano i dati sensibili, possono vedere l’intervento di una sala operativa e, se presente, del Data Protection Officer (DPO).
  4. Fase di ripristino: Il problema gradualmente rientra con la messa in pratica di azioni quali il Backup e il ripristino delle operazioni normali. Ognuna di queste attività deve essere ben pianificata e monitorata dal RSI e dal tavolo tecnico.

Nel piano devono essere sempre definiti protocolli chiari di comunicazione interna ed esterna da mettere in campo durante l’evento critico. Devono essere stabiliti i canali di comunicazione e le linee guida per informare dipendenti, clienti, fornitori e, in caso di necessità, le autorità.

È bene che tutti gli incidenti vengano registrati dettagliatamente, con tutte le azioni intraprese per risolvere il problema. Questa documentazione aiuterà a migliorare il piano nel tempo.

L’integrazione di tutte queste fasi, unite a test periodici ed esercitazioni, assicura una risposta solida agli incidenti e permette la Business Continuity anche nelle situazioni più critiche.

Un framework per l’Incident Response su Cloud

Nel contesto di Cloud, l’implementazione di un efficace framework di Incident Response è molto importante. Farlo richiede risorse e capacità operative che sono molto spesso raggiungibili solo in aziende di grandi dimensioni e ben strutturate.

I framework più tradizionali nati appunto per gestire gli incidenti si sono dimostrati non adatti per il contesto Cloud. Per questo motivo la Cloud Security Alliance ha sviluppato un framework specifico, il CIR – Cloud Incident Response.

Esso si compone di quattro fasi – preparazione, rilevamento e analisi, contenimento-eradicazione-recupero, post-mortem – realizzate per affrontare le specifiche criticità dei sistemi Cloud.

Tutto ciò va ancora una volta a sottolineare l’importanza dell’Incident Response nei sistemi Cloud, mostrando una complessità gestionale e operativa che richiede consistenti risorse e la collaborazione di professionisti altamente qualificati, in grado di conoscere in maniera approfondita le dinamiche specifiche del Cloud.

Che cos’è la Cloud Transformation

Che cos’è la Cloud Transformation

La Cloud Transformation rappresenta il processo di passaggio delle risorse, dei servizi e delle operazioni aziendali in un ambiente basato sul Cloud. È una trasformazione più ampia che non coinvolge solo la migrazione dei dati, ma prevede di riconsiderare i processi aziendali al fine di adattarti al Cloud.

In questo modo l’impresa avrà un’ottimizzazione delle risorse, una maggiore flessibilità operativa, e l’adozione di nuove tecnologie e strategie per promuovere l’innovazione e la competitività.

Per comprendere al meglio quando sia importante la Cloud Transformation, in questo articolo vedremo:

attacchi informatici

Cloud Transformation: cos’è

La Cloud Transformation è il processo di trasformazione e passaggio in Cloud dei dati, delle app e dei software di un’azienda. Questa evoluzione, che prevede alcune fasi come la valutazione delle esigenze aziendali, la pianificazione strategica e l’implementazione pratica, non riguarda solo la migrazione dei dati o dei software, ma prevede un cambiamento aziendale più ampio, profondo e strutturato.

Il centro focale della Cloud Transformation vede la modernizzazione e l’ottimizzazione della gestione dei dati e delle risorse di un’organizzazione. Essa prevede, inoltre, la definizione di un percorso chiaro che non tratta solo il trasferimento delle risorse, ma anche la ridefinizione dei processi di un’azienda al fine di adattarli a un ambiente Cloud. In questo modo le risorse verranno utilizzate in maniera più efficiente, aprendo la strada a nuove opportunità di crescita e innovazione.

Differenze tra Cloud Transformation e Cloud Migration

Per evitare confusione è importante avere ben chiara la distinzione tra Cloud Transformation e Cloud Migration. Mentre la migrazione in Cloud rappresenta il trasferimento dei dati da un server locale al Cloud, la Cloud Transformation abbraccia un approccio più sistemico, incorporando numerosi passaggi che vanno oltre la semplice migrazione.

La Cloud Migration, dunque, si occupa del semplice trasferimento dei dati e delle applicazioni da un ambiente locale al Cloud, senza apportare modifiche sostanziali. La Cloud Transformation, invece, comporta un cambiamento di approccio aziendale più ampio. Supera la semplice migrazione, coinvolgendo la ridefinizione dei processi aziendali per adattarli all’ambiente Cloud.

Questo vuol dire ottimizzare le risorse, compiere dei cambiamenti culturali e strutturali, così come aprirsi a nuove opportunità che possono far crescere l’azienda. Con la Cloud Transformation abbiamo una riorganizzazione e trasformazione dei processi d’impresa per massimizzare i benefici dell’architettura Cloud.

I vantaggi della Cloud Transformation

La Cloud Transformation è un’operazione che offre alle aziende diversi vantaggi, che non si limitano alla sola migrazione di dati e risorse. Tra i benefici primari abbiamo il miglioramento dell’efficienza e la scalabilità immediata, che permette l’accesso al Cloud ad aziende di differenti dimensioni.

L’aumento della sicurezza dei dati, così come la gestione dei costi più flessibili diventano altri elementi chiave per cui è vantaggioso puntare sui sistemi in Cloud.

Vediamo i benefici nel dettaglio:

  • Efficienza operativa: Ormai è sempre più importante aver la possibilità di accedere ai dati da qualsiasi posto. I sistemi in Cloud permettono un accesso più immediato e da remoto ai dati. Inoltre, facilitano la collaborazione in tempo reale e migliorano l’analisi eliminando i data silos. Il personale IT potrà così concentrarsi sulle innovazioni anziché sulla manutenzione ordinaria.
  • Maggiore flessibilità, scalabilità e velocità: La Cloud Transformation permette di usufruire di servizi scalabili, che si adattano alle esigenze delle aziende, piccole o grandi che siano. Questo offre agilità in un mercato sempre più in rapida evoluzione.
  • Maggiore sicurezza dei dati: Grazie a soluzioni innovative e a livelli di sicurezza avanzati come crittografia e infrastruttura ridondata, il Cloud offre una maggiore protezione dati, riducendo il rischio di accessi non autorizzati.
  • Migliore gestione dei costi: Le spese iniziali saranno ridotte grazie all’eliminazione dell’acquisto e della manutenzione dell’infrastruttura. Viene, quindi, pagato solo ciò che si utilizza effettivamente.
  • Aumento della produttività: Essendo l’accesso al Cloud raggiungibile da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, la produttività aziendale, specialmente nel contesto di lavoro da remoto, aumenta in maniera significativa.
  • Tecnologie all’avanguardia: Le piattaforme Cloud offrono tecnologie sempre aggiornate, sicure e performanti, superando spesso le soluzioni in loco in termini di efficienza e sicurezza.

Come mettere in atto la transizione al Cloud

Implementare all’interno della propria azienda la Cloud Transformation richiede una strategia ben definita.

Prima di tutto è necessario fare una valutazione dettagliata delle esigenze aziendali. Solo attraverso questo passaggio si può capire quali servizi, dati, o applicazioni richiedano un passaggio al Cloud e quali benefici potrebbero derivare da tale transizione. Partendo da qui, si potrà iniziare a delineare la strategia più adatta al contesto.

È molto importante anche selezionare il fornitore di servizi Cloud, considerando aspetti quali sicurezza, affidabilità, funzionalità offerte e, non da ultimo, la compatibilità con le esigenze specifiche della tua impresa.

Ricorda sempre che per fare Cloud Transformation sarà necessaria una chiara comunicazione anche con i dipendenti, che dovranno comprendere bene il significato di questa trasformazione non solo pratica, ma anche culturale. Le fasi di testing e controllo sono cruciali, poi, per assicurare che tutti i dati siano migrati correttamente e che le operazioni siano in funzione come previsto.

Monitorare in maniera costante le prestazioni, la sicurezza e l’efficienza dei servizi Cloud sarà anch’esso importante, adottando un approccio proattivo in grado di identificare e risolvere tempestivamente le criticità che potrebbero emergere.

VALORE BF PUNTA SU NETWORKING E DIGITAL TRANSFORMATION: Piano triennale di investimenti totalmente concentrato sul core business

VALORE BF PUNTA SU NETWORKING E DIGITAL TRANSFORMATION: Piano triennale di investimenti totalmente concentrato sul core business

Il primo agosto è stata finalizzata la chiusura dell’operazione per il passaggio di proprietà del ramo d’azienda 3D; da oggi prepariamo un cospicuo piano di investimenti nelle business unit storiche (F.B.). 

Gallarate, 02 agosto 2023 – In seguito al perfezionamento dell’accordo, la business unit 3D, costituita da Valore BF nel 2017, è passata in gestione a Valore BF 3D S.r.l., società controllata da Solid World Group S.p.a., quest’ultima ammessa alle negoziazioni su Euronext Growth Milan.

“Abbiamo fortemente voluto questa operazione” ha dichiarato l’amministratore unico Fabio Bernardini “in quanto consente di concentrarci sul nostro core business e sviluppare un piano triennale di forti investimenti”.
“Adesso inizia per noi un nuovo ciclo di crescita, focalizzato totalmente sul mercato ICT, che consentirà di ampliare e migliorare ulteriormente i servizi offerti ai nostri clienti nonché di aumentare la nostra quota di mercato anche attraverso operazioni straordinarie sfruttando la nostra prestigiosa sede di Gallarate con interessanti riverberi a livello occupazionale”.

La chiusura dell’accordo rientra in un piano di sviluppo che finora si è dedicato alla riorganizzazione e al potenziamento di attività e risorse interne e che si svilupperà in un importante fase di investimenti finalizzati alla crescita delle nostre attività core.

Un mercato in continuo cambiamento come quello dell’Information Technology richiede una grande capacità di adattarsi e di cambiare forma, sviluppando competenze in linea con le necessità ed esigenze delle aziende clienti; questa è la motivazione che ci spinge ad avviare questa fase espansiva per diventare sempre di più punto di riferimento per le imprese del territorio.

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