Disaster Recovery Plan: cos’è e perchè ogni azienda dovrebbe averne uno

Disaster Recovery Plan: cos’è e perchè ogni azienda dovrebbe averne uno

Ogni Business Plan che si rispetti deve prevedere anche un Disaster Recovery Plan (DRP).

Questo procedimento indica le capacità che un’azienda ha di ripristinare in maniera rapida l’accesso e le singole funzionalità della propria infrastruttura IT dopo eventi disastrosi come calamità naturali o attacchi hacker.

Il DRP permette la copia dei dati e delle informazioni in un luogo diverso rispetto a quello che ha subito il danno, creando così una copia backup di tutti gli elementi necessari per mantenere l’azienda operativa.

Perdere i dati e interrompere l’operatività aziendale potrebbe creare dei grossi danni alla reputazione dell’azienda anche dal punto di vista economico, determinandone la sopravvivenza.

In questa nostra guida scoprirai:

Disaster recovery come funziona

Nell’indicare il Disaster Recovery parliamo di quel procedimento che si basa sulla copia dei dati e dell’elaborazione di essi in un luogo che non è stato interessato dall’evento disastroso.

Nel momento in cui i server non funzionano più a causa di calamità naturali come incendi, terremoti o inondazioni, oppure semplicemente subiscono un guasto o un attacco hacker, l’azienda avrà la necessità di recuperare tutti i dati perduti. Questo potrà farlo da una posizione differente rispetto a quella che ha subito il danno, nella quale sarà reperibile il backup dati.

Pianificare un Disaster Recovery nel periodo storico in cui viviamo può essere quindi cruciale per la sicurezza dei dati di un’impresa e per poter permettere la Business Continuity.

Tipologie di disaster recovery

Un piano di Disaster Recovery dovrà includere:

  • Tutta la documentazione dei sistemi e dei dati per garantire la Business Continuity
  • Tutte le operazioni che si dovranno compiere per ripristinare i dati
  • Un RPO – Obiettivo di punto di ripristino che indicherà la frequenza in cui vengono effettuati i backup
  • Un RTO – Obiettivo di tempo di ripristino che definirà il numero massimo di downtime che verranno consentiti dopo l’evento disastroso.
  • Sarà inoltre utile verificare in maniera periodica la necessità di aggiornare o meno il piano di Disaster Recovery per essere certi che, nel momento dell’evento, tutto funzioni come deve.

Ogni azienda può scegliere diverse tipologie di metodo di Disaster Recovery che potranno essere usati insieme o singolarmente, come:

  • Cold site – In questo caso l’azienda creerà una infrastruttura in una sede secondaria che diventerà il nuovo luogo di lavoro dopo l’evento catastrofico. Le operazioni aziendali non verranno arrestate, però non si potranno né proteggere né ripristinare dati importanti, che verranno persi. Chi sceglie questo metodo dovrà integrarlo con altri.
  • Backup – Metodo più usato di Disaster Recovery che vede il salvataggio dei dati in un altro luogo o su un’ unità removibile. Non verrà effettuato il backup dell’infrastruttura IT e quindi non permette una completa continuità operativa.
  • Hot site – Questo metodo prevede sempre copie aggiornate di tutti i dati ed è la soluzione più costosa. Riduce di molto il downtime.
  • Disaster Recovery as-a-Service (DRaaS) – Nel momento in cui una calamità si abbatte su un’azienda o la stessa viene attaccata da qualche ransomware, questo metodo sposta l’intera elaborazione dei dati dell’impresa sulla propria struttura cloud. Questo permetterà di continuare a lavorare anche se i server non funzionano. Se, invece, l’azienda sceglie un DRaaS locale si avrà sicuramente una latenza inferiore dopo il trasferimento dei dati nel server DRaaS, perché saranno fisicamente più vicini alla sede dell’azienda, ma in caso di calamità naturale ci sarà il rischio che anch’essi possano essere stati colpiti dallo stesso evento disastroso.

Perché è importante il disaster recovery? I vantaggi

È sempre più importante che le aziende decidano di investire in piani di Disaster Recovery per tenere al sicuro i dati della propria organizzazione da qualsiasi minaccia esterna e per garantire la continuità di business. Ma non solo, tra i vantaggi del Disaster Recovery troviamo:

  • Ripristino rapido dei dati: attraverso l’utilizzo del piano di Disaster Recovery qualsiasi azienda può tornare operativa in poco tempo e, in alcuni casi, continuare a lavorare come se non fosse avvenuto nessuno evento catastrofico.
  • Più facilità di sopravvivenza per l’azienda: aver investito prima in Disaster Recovery  permetterà non solo di risparmiare soldi, ma sarà cruciale per la sopravvivenza dell’azienda stessa, che potrà continuare a produrre anche dopo un attacco hacker o un incendio.
  • Limitare le perdite: diminuendo i tempi di ripristino un’azienda limiterà i costi riguardanti i danni causati dal disservizio o i costi dell’assistenza.
  • Personalizzazione del Disaster Recovery: ogni piano potrà essere personalizzato in base alle esigenza dell’impresa, scegliendo, tra le altre cose, la frequenza di backup e i tempi di ripristino.
  • Gestione granulare delle copie dei dati: l’azienda potrà infatti recuperare i dati sia a livello di file completi che di porzioni di file.
  • Evitare di perdere la propria reputazione: non aver pensato ad un piano di Disaster Recovery quando ormai il danno è stato fatto e tutti i dati sono stati persi, potrebbe causare un danno alla reputazione dell’azienda con disservizi che potrebbero allontanare i clienti. Ripristinare il pieno funzionamento in tempi brevi renderà il business più solido.

Delineare una strategia con il disaster recovery plan

Per delineare una strategia con il Disaster Recovery Plan, detto anche DRP, bisogna comprendere che esso normalmente fa parte di una più grande strategia di Business Continuity che viene creata su misura per le esigenze delle singole aziende.

Sarà inoltre bene aggiornare in maniera periodica le procedure del piano di Disaster Recovery per risultare sempre funzionanti e pronte nel caso di emergenze improvvise.

Per fare questo ed essere sempre operativo davanti ad un evento catastrofico, un DRP deve:

  • Identificare i dati
  • Identificare i sistemi cruciali per l’azienda

Una volta che questo viene fatto dovrà classificare dati e sistemi dando loro un valore da 1 a 5, stabilendo quanti dati un’azienda potrà perdere senza bloccare la sua continuità operativa.

Ci dovranno anche essere delle misure di controllo in grado di anticipare gli eventi e correggerli nel più breve tempo possibile.

Come implementare un DRP

Se un’impresa decide saggiamente di creare una strategia di Disaster Recovery Plan dovrà essenzialmente:

    1. Scegliere il team che si dedicherà al DRP, dove ogni membro dovrà aver ben chiaro il suo ruolo per la gestione della strategia.
    2. Comprendere e valutare i rischi che l’azienda corre.
    3. Individuare i sistemi utili e fondamentali affinché l’azienda continui la sua attività anche dopo un evento critico.
    4. Prevedere la presenza di un backup che garantisca la Business Continuity.
    5. Elencare gli obiettivi della massima quantità di dati che è possibile permettersi di perdere e il tempo massimo di operatività.
    6. Controllare attraverso test periodici che il DRP funzioni 

L’importanza di un disaster recovery plan efficace

Il piano di Disaster Recovery permette alle imprese di avere una continuità operativa in ogni situazione, quindi anche dopo il verificarsi di condizioni critiche.

Attraverso di esso si possono non solo isolare i possibili disastri e criticità che possono colpire i sistemi cruciali di un’azienda, ma si possono anche stilare le modalità per risolvere questi problemi in maniera efficace.

Grazie al DRP l’interruzione dell’operatività viene ridotta, limitando i danni e facendo comprendere al personale quali sono le corrette misure da adottare nel momento di emergenza.

Gli imprenditori devono saper reagire agli eventi estremi che potrebbero colpire le loro aziende pianificando in maniera strategica tutte le misure tecniche da adottare per limitare i danni che potrebbero minare la sopravvivenza stessa dell’organizzazione e garantire la Business Continuity.

ValoreBF ti offre un servizio di Disaster Recovery che si avvale della tipologia DRaaS, sfruttando un ambiente virtuale prenotato e sempre pronto ad essere utilizzato.

In questo modo il cliente ha a disposizione le risorse necessarie per far fronte a un’eventuale situazione critica senza correre rischi.

Cloud backup: cos’è, come funziona e a cosa serve

Cloud backup: cos’è, come funziona e a cosa serve

Se un giorno la tua azienda dovesse trovarsi sotto un attacco hacker, oppure i computer dove sono raccolti tutti i dati venissero ad un tratto compromessi, rischieresti di perdere file importanti, magari legati anche a dei tuoi clienti.

Ogni azienda produce ogni giorno una quantità molto vasta di dati che hanno bisogno di essere archiviati in maniera sicura, non solo all’interno di strutture fisiche come i dischi rigidi, ma anche in cloud.

Per questo motivo, nella guida di oggi scoprirai:

 

Cos’è il cloud backup?

Anche se per proteggere i tuoi dati all’interno di un computer prendi molte precauzioni, queste potrebbero non essere mai abbastanza. I lavori e i dati salvati nei dispositivi potrebbero andare persi a causa di guasti o minacce esterne.

Per questo motivo è bene proteggere i propri dati con un servizio di cloud backup, che li memorizza in un luogo esterno rispetto al solo disco rigido. Il cloud, infatti, fa riferimento a data center fisici posizionati in varie parti del mondo, con al loro interno file di server informatici connessi alla rete internet.

Un backup online salvato su cloud risulterà quindi accessibile al proprietario dei dati, o chi ne ha l’accesso, e saranno al riparo da qualsiasi danno dovesse interessare il disco rigido del tuo computer.

Un cloud backup è un elemento cruciale non solo per il disaster recovery, ma anche per permettere un’ottima continuità aziendale.

Come funziona il cloud backup?

Questo tipo di servizio si basa sull’invio di copie di dati ad un sistema di archiviazione posizionato su un server remoto basato su cloud. Il cloud backup si concentra principalmente sul ripristino di dati. 

Nel momento in cui un’azienda decide di affidarsi a questo tipo di sistema per proteggere i propri dati dal rischio di essere perduti, configurerà l’intero processo in base alle proprie esigenze.

Il Cloud backup avviene quindi attraverso un software che viene installato all’interno di un computer o su di un server, che svolgerà il compito di archiviare file e dati grazie alla connessione ad Internet su un server remoto.

Questo significa che nel momento in cui ci si affida ad un backup cloud si potranno scegliere:

  • Il numero di copie di backup da creare
  • La tipologia di backup che si utilizzerà
  • La pianificazione del backup

Il consiglio che ti diamo è quello di salvare più copie dati in momenti diversi della giornata, così da poter poi recuperare i dati, in caso di danneggiamento del sistema, dalla copia più recente.

La sincronizzazione dei dati da computer fisico a cloud backup è comunemente automatizzata e permette di salvare sia versioni incrementali, che quindi contengono solamente le modifiche fatte sul backup completo, sia le copie complete.

A cosa serve il cloud backup?

Utilizzare un Cloud Backup permette di ripristinare i dati e i file in caso di danneggiamenti del disco rigido che vengono allocati su, appunto, un cloud.

Averne uno, oltre a facilitare la continuità aziendale, permette di:

  • Avere una maggiore protezione: un backup in cloud aiuta ad isolare i guasti che avvengono su device locali e gli attacchi da minacce esterne come malware, ransomware o guasti di natura tecnico-strutturale.
  • Ridurre l’inattività: un backup online è in grado di ripristinare i tuoi sistemi con estrema sicurezza, mantenendo quindi la continuità operativa dell’azienda.
  • Avere un accesso facilitato: con un backup dei dati su cloud potrai accedere ai tuoi file ovunque ti trovi, sempre in sicurezza.

In caso di imprevisti e malfunzionamenti del sistema, un backup online ti permette di non perdere nessun dato importante e recuperarlo in qualsiasi momento in qualunque luogo tu ti possa trovare. 

Per farlo ti basterà avere una semplice connessione ad Internet e potrai tornare operativo in pochissimo tempo.

Tipologie di backup dei dati

Essenzialmente ci sono tre tipi di backup: 

  • Backup Completo
  • Backup Differenziale
  • Backup Incrementale

Ognuno di questi identifica un tipo di backup online con particolari caratteristiche e metodi, Vediamoli nel dettaglio insieme.

Backup Completo

Detto anche full backup, è un sistema che consiste nell’avere una copia di tutti i blocchi, anche quelli non modificati, che compongono il file.

In questa maniera quello che si ha è una copia totale dei propri dati e file. Questi ultimi sono strutturati a blocchi, ognuno dei quali ha delle dimensioni predeterminate: quando si modifica un file, si va a modificare uno o più blocchi.

Quindi quando si esegue un backup completo, verrà copiato tutto il set di dati.

Il vantaggio di utilizzare un backup completo è principalmente il fatto che per ripristinare i dati basta il backup singolo preso in considerazione. Questo però comporta l’utilizzo sempre al massimo dello spazio di archiviazione così come del tempo per l’esecuzione e delle risorse.

Backup Incrementale

Questo tipo di backup permette di copiare solo i file che vengono modificati. In questo particolare caso, per eseguire il ripristino si dovranno utilizzare sia il backup completo di riferimento, sia ogni backup incrementale fino al giorno selezionato.

Ogni backup incrementale si occupa, quindi, di salvare solo le nuove modifiche offrendo dati sempre aggiornati.

Il vantaggio di questo tipo di sistema è sicuramente la velocità di esecuzione e le dimensioni che risultano più contenute rispetto al backup completo. 

Abbiamo però anche uno svantaggio da tenere bene in considerazione: il ripristino completo necessita anche di tutti i backup intermedi, per cui se uno di questi dovesse risultare danneggiato, lo saranno anche tutti i successivi.

Backup Differenziale

Anche in questo caso, il backup differenziale si occupa di fare una copia solo dei file che vengono cambiati, ma cambia il suo riferimento. Esso, infatti, copia i file modificati rispetto all’ultimo backup completo.

Dopo il primo backup completo, quello di tipo differenziale continuerà a copiare e inserire le modifiche effettuate a qualsiasi parte del backup completo iniziale. In poche parole il backup differenziale salverà tutte le modifiche dei dati dopo che viene effettuata un’operazione di backup completo.

Il vantaggio principale lo ritroviamo anche qui  nella velocità di esecuzione e ripristino e nelle ridotte richieste di spazio, ma il backup differenziale userà più risorse rispetto a quello incrementale. 

Con quale frequenza bisogna effettuare un backup dei dati?

A questa domanda ci piacerebbe darti una risposta diretta, ma purtroppo per poter capire ogni quanto fare il backup devi tenere in considerazione tutta una serie di elementi che ora vediamo insieme.

Dal tipo di attività

Ogni azienda ha le sue specifiche necessità e ci saranno quelle che ogni giorno creano moltissimi dati e altre, invece, che ne macinano molto pochi.

Se quindi sei un’impresa che produce giornalmente molti dati, il nostro consiglio è quello di fare backup frequentemente per evitare di perdere file importanti.

Se, al contrario, sei un’azienda che produce una quantità ridotta di dati, allora potrebbe bastare fare un backup giornaliero, meglio se a fine giornata.

Dal tipo di backup scelto

Se utilizzi degli hot backup, l’archiviazione dei dati può essere fatta anche più volte al giorno senza che questo blocchi il lavoro dei dipendenti. 

Se invece utilizzi dei backup a freddo, il salvataggio dei dati deve essere fatto quando i lavoratori non ci sono e quindi più semplice da compiere prima che inizi l’orario di lavoro e/o al termine.

Qualsiasi tipo di scelta tu faccia, tieni sempre a mente che è bene che un backup venga impostato in modo che possa archiviare dati in maniera periodica e automatica.

Cosa succede se non si fa il backup dei dati?

Non utilizzare un cloud backup e, più in generale, non effettuare mai un backup dei dati e file presenti nel tuo computer o nei computer aziendali è un rischio molto grosso per la sicurezza.

Senza un backup infatti potresti ritrovarti improvvisamente senza più la possibilità di accedere alle tue informazioni o a file importanti, sia personali che, a livello più ampio, aziendali.

Basterebbe quindi un semplice attacco ransomware per vedere cancellati tutti i file di cui avevi bisogno per lavorare.

I vantaggi del cloud backup

Grazie ad un backup in cloud puoi recuperare, ovunque ti trovi, i tuoi dati e i file più importanti. Ma i vantaggi di questo tipo di struttura non si limitano a questo, infatti i Cloud backup rispetto a strumenti di archiviazione tradizionale:

  • Sono criptati: prima di essere inviati al cloud, i file vengono criptati risultando così inaccessibili. Questo tipo di sicurezza permette di evitare che in caso di furti i dati siano immediatamente visibili.
  • Sono programmabili e versatili: possono infatti essere utilizzati in diversi ambiti e funzionano anche con diversi sistemi operativi installati.
  • Le copie sono fisicamente poste in luoghi diversi da dove sono allocati gli originali: in questo modo si riesce a proteggere in maniera ulteriore i dati che saranno poi recuperabili in pochi click.
  • Non devi occuparti del lato hardware: essendo la sua struttura completamente in cloud, non dovrai più pensare alla manutenzione fisica di dischi rigidi.
  • Garantiscono una migliore conservazione e ripristino dei dati: rispetto ai supporti fisici, un cloud backup permette alle aziende di ripristinare in maniera rapida i dati anche nel caso di guasti o danni alla sede dove si trovano i computer (come ad esempio un incendio o un’alluvione).
  • Permettono una gestione automatica: tutte le procedure di backup in cloud sono automatizzate e operano al di là delle azioni manuali. Basterà impostare la frequenza di salvataggio, garantendo così continuità operativa.
  • Ricevi via mail il monitoraggio della conservazione dei dati: tutti i sistemi di backup in cloud mandano frequentemente mail all’amministratore facendo conoscere gli esiti delle varie procedure di archiviazione.

Perché un’azienda dovrebbe scegliere una soluzione di backup cloud?

Ogni azienda manovra ogni giorno migliaia e migliaia di dati e file che, nel malcapitato caso succedesse qualcosa ai server o ai computer, senza un backup, rischierebbero di sparire in un attimo.

Perdere dei file importanti, così come dati sensibili, può voler dire aver perso mesi di lavoro, se non molto denaro. Questo ovviamente non accade se si decide di archiviare tutto in backup periodici, magari in strutture in cloud. Il più delle volte però questa consapevolezza emerge nelle aziende quando ormai il danno è fatto e da recuperare rimane ben poco.

Per un’impresa l’utilizzo di un cloud backup è conveniente anche in termine di costi, perché evita le spese dovute alla manutenzione e agli aggiornamenti di strutture hardware a parità di costi di gestione minimi.

Un altro motivo per cui un’azienda non dovrebbe pensarci nemmeno un secondo a passare ad un backup in cloud è anche il risparmio di spazio fisico, permettendo anche un lavoro più agevole in smart working.

Ma non solo. Un business dovrebbe pensare di passare a questo tipo di servizio anche per:

  • L’elevato numero di copie che i backup in cloud permettono di generare in maniera frequente.
  • La sicurezza che offrono garantendo sistemi sempre aggiornati che permettono con semplicità di recuperare backup indietro anche di anni in pochi click.
  • Essere scalabile in base alle esigenze dell’azienda senza grandi investimenti di hardware e software.

La nostra offerta di Backup in cloud per la tua azienda

Noi di Valore BF puntiamo ad aiutare le aziende ad intraprendere la strada della digitalizzazione affidandosi a soluzioni in cloud.

Sappiamo però che il mercato offre tutta una serie di soluzioni nelle quali non è facile destreggiarsi. Per questo mettiamo a disposizione i nostri servizi di consulenza e offerta delle soluzioni in cloud più adatte alle diverse esigenze.

Grazie alle nostre soluzioni cloud, come i backup, aiutiamo le aziende a sfruttare al meglio le tecnologie informatiche più avanzate. Con i nostri servizi ti offriamo la possibilità di creare un ambiente cloud sicuro, funzionale, dove i dati e il loro recupero vengono gestiti in maniera ottimale.

Per non farti trovare impreparato, richiedi le nostre soluzioni cloud.

Come funziona uno switch di rete e quali sono i suoi vantaggi

Come funziona uno switch di rete e quali sono i suoi vantaggi

Come funziona uno switch di rete e quali sono i suoi vantaggi

Se fino a qualche decennio fa poteva sembrare impossibile, oggi navigare nel web è un’operazione quotidiana che avviene grazie ai dispositivi che si collegano alla rete attraverso i router.

Le nostre case, come le aziende, hanno sempre più dispositivi collegati e per ovviare al sovraccarico di connessioni viene utilizzato lo switch di rete. 

Questo è uno strumento in grado di indirizzare i dati verso più device che si trovano in quel momento collegati sulla stessa rete, evitando di perdere velocità di navigazione.

Uno switch di rete nasce con lo scopo di organizzare un network, suddividendolo in tante sottoparti.

 Facciamo un esempio: se un pacchetto dati ricevuto è destinato ad un nodo di rete allacciato alla stessa porta, lo switch non interverrà. Ma se, al contrario, il pacchetto è destinato ad un dispositivo che si trova su un segmento di rete collegato ad un’altra porta, lo switch interverrà e lo trasmetterà esclusivamente alla porta corretta, evitando così di sprecare tempo e velocità.

 Nelle imprese, piccole o grandi che siano, diventa sempre più importante utilizzare uno switch Ethernet performante e di ultima generazione in grado di gestire al meglio la banda e consentire così di dare priorità ad un traffico piuttosto che un altro.

Per comprendere bene l’utilità di uno switch di rete, in questo articolo scopriremo:

      Switch di rete Ethernet

      Switch di rete non gestiti

      Switch di rete gestiti

      Quante porte può avere uno switch

    Switch di rete cos’è

    Quando si parla di switch di rete ci si riferisce essenzialmente ad un moltiplicatore di porte che permette di espandere la propria rete LAN (o Ethernet) attraverso l’aggiunta di altre porte.

    Uno switch ethernet serve quindi per indirizzare il traffico di rete in più direzioni: nel micro ambiente tra i vari dispositivi collegati alla stessa rete, nel macro tra le diverse macchine operative nei data center.

    In questa maniera si riescono a connettere diversi team, migliorando altresì le prestazioni di rete.  Lo switch, infatti, aiuta anche a sbrogliare gli ingorghi di banda, separando i vari domini di collisione connessi alle porte.

    Lo switch quindi aumenterà la larghezza della banda, riducendo contemporaneamente sia i tempi di attesa che i costi per porta.

    Possono inoltre esistere diversi tipi di switch di rete. Vediamo insieme quali.

    Switch di rete Ethernet

    Essi sono quelli utilizzati, come dice il nome, sulle reti Ethernet e garantiscono la connessione all’interno di una rete LAN distribuendo, senza dispersione, la banda disponibile.

    Tutti i pacchetti superflui, infatti, vengono bloccati dallo switch che renderà così la rete ottimizzata, dando la precedenza sempre al traffico più importante.

    Switch di rete non gestiti (Unmanaged Network Switch)

    Sono quelli più semplici da gestire e installare. Permettono ai dispositivi di una stessa rete di comunicare tra loro senza nessun’altra configurazione di sorta. Possiamo considerarli un hardware plug and play e sono perfetti per i principianti.

    Switch di rete gestiti (Managed Switch)

    Anche essi offrono la connessione tra vari dispositivi all’interno di una stessa rete, ma hanno la possibilità di essere personalizzati e configurati secondo le esigenze.

    Essi si suddividono principalmente in:

    • Enterprise Switch – Sono strumenti che danno infinite possibilità di configurazione e sono indicati per le reti aziendali. Molte volte mettono a disposizione dei sistemi operativi che possono permettere anche le configurazioni più complesse.
    • Smart Switch – La loro possibilità di configurazione è più limitata e, attraverso una semplice ed intuitiva interfaccia web, permette di modificare alcune funzionalità basiche.

    Switch di rete come funziona

    Un qualsiasi switch di rete che si riferisce al modello ISO/OSI, agisce a livello di data link. Questo vuol dire che uno switch si interessa del percorso dei singoli dati, agendo sulle schede di rete Ethernet dei vari dispositivi connessi.

    A questo punto, in maniera diversa rispetto ai vecchi hub che inviavano i dati a tutta la rete, lo switch trasmette il pacchetto Ethernet (frame) in arrivo dalle sue porte, verso quella singola dove è collegato il nodo destinatario del frame.

    Controllando il punto di arrivo di ogni pacchetto, lo switch Ethernet riesce a rendere pari a zero il traffico superfluo, velocizzando così l’intera banda.

    Questo tipo di processo avviene in maniera silente, cioè nel momento in cui avviene uno scambio dati, e i sistemi non si rendono conto che lo switch sta agendo.

    In sintesi, nella sua configurazione più utilizzata, lo switch prende i vari pacchetti dati che arrivano attraverso le sue porte Ethernet e le trasmette verso i dispositivi collegati alle singole porte.

    Nel caso in cui le porte a disposizione di un router non fossero abbastanza, l’invito è quello di collegare uno switch di rete, aumentando così la disponibilità di numero di dispositivi che possono collegarsi ad una stessa rete cablata.

    Differenza switch di rete cavo e wifi

    Quando parliamo di switch e di router ci riferiamo a due elementi hardware che si occupano di agire in maniera diversa sulla rete.

    Vediamo quali sono le principali differenze tra i due:

    • Mentre lo switch elabora il pacchetto ricevuto per capire quale sia l’indirizzo di destinazione e lo inoltra all’indirizzo determinato, il router si occupa di evidenziare il percorso più breve e migliore affinché un pacchetto raggiunga la sua destinazione
    • Lo switch collega diversi dispositivi assieme al fine di creare una rete, il router mette in collegamento diverse reti come possono essere due WAN.

     

    I vantaggi di uno switch di rete 

    Abbiamo visto come uno dei maggiori punti di forza di uno switch Ethernet è quello di riuscire ad inoltrare il traffico più velocemente possibile verso il nodo destinatario. Il suo obiettivo principale è quello di poter agire ad una velocità tale da permettere di indirizzare tutto il traffico in uscita esattamente alla stessa velocità con cui i dati vengono ricevuti.

    In questa maniera l’elaborazione dei dati avviene nello stesso momento in cui i dati successivi vengono ricevuti, senza che lo switch si trovi a dover memorizzare dei dati perché non ha finito di elaborare quelli precedenti.

    I vantaggi dell’utilizzo dello switch sono molteplici, vediamo assieme quali:

    • Aumento della sicurezza grazie all’indirizzamento di pacchetti unicast solo alla porta associata all’indirizzo di destinazione del pacchetto stesso.
    • L’amministratore ha la possibilità di creare collegamenti fino a 1Gbps per tutti quegli utenti che hanno bisogno di utilizzare maggiore banda.
    • Migliora le prestazione delle connessioni, eliminando i colli di bottiglia.
    • La larghezza della banda diventa scalabile: più ci saranno porte sullo switch, più la banda sarà disponibile.
    • Diminuisce il numero di collisioni rispetto ai vecchi Hub.
    • All’interno della rete si risolvono in maniera agile tutti i problemi relativi all’identificazione delle periferiche.

    Come scegliere lo switch di rete

    Quando si decide di optare per uno switch di rete bisogna prendere in considerazione alcuni fattori come:

    • Velocità di Internet – Gli switch di rete che potete trovare nel mercato riescono a gestire facilmente le maggiori velocità di Internet, velocizzando anche lo scambio dati tra dispositivi collegati sulla rete locale.
    • Velocità di Rete – Il modo in cui lavora uno switch è influenzato anche dalla velocità in cui i dati vengono elaborati in entrambe le direzioni. Il costo di uno switch di rete dipende molto da questo fattore: più la rete deve essere veloce, più le prestazioni dello strumento dovranno essere maggiori.
    • La presenza dello store-and-forward – È la tecnologia più nota tra le modalità di funzionamento degli switch ed è anche quella più affidabile che permette di sfruttare al massimo la velocità di una rete LAN.

    Presi in considerazione questi fattori possiamo comprendere meglio come scegliere uno switch Ethernet.

    Se la rete non è troppo complessa e non avete necessità di isolarne una singola parte, potete optare per uno switch non gestito, che oltre a permettervi di collegare alcuni dispositivi tra loro, è reperibile sul mercato ad un prezzo contenuto.

    Nel caso in cui ancora non abbiate ben chiaro quale sarà lo scopo della vostra rete, vi consigliamo di scegliere uno switch gestito e mantenere la configurazione predefinita. In questo modo il vostro switch funzionerà già correttamente e vi permetterà in futuro, in base ai bisogni, di gestire reti più complesse e apportare modifiche e personalizzazioni.

    Se, invece, avete l’esigenza di controllare interamente la vostra rete, potrete optare per uno switch intelligente: un compromesso tra uno switch gestito e uno non gestito, con la possibilità di configurare il tutto attraverso un’interfaccia web.

    Ove la vostra necessità sia quella di alimentare in maniera elettrica dispositivi collegati, come ad esempio telefoni VoIP, vi consigliamo di scegliere uno switch Ethernet PoE.  Attraverso questo commutatore, infatti, il collegamento dei cavi sarà semplificato e non dovrete far intervenire un elettricista per collegare l’alimentazione del sistema.

    Quante porte può avere uno switch 

    Il numero di porte è importantissimo perché determina il numero dei dispositivi che possono essere collegati.

    Normalmente uno switch di rete può ospitare da 2 fino a 64 porte. 

    Se vi dovessero servire un numero maggiore di porte, esistono in commercio degli switch compresi di stack in grado di collegare tra loro gli interruttori e di fatto aumentare la capacità di numero di porte.

    Quanto costa uno switch di rete? 

    Il costo per uno switch di rete può variare in base a diversi fattori, come le funzioni oppure il numero di porte.

    Normalmente il costo oscilla tra i 3 € per uno di piccole dimensioni con poche porte, fino ad arrivare anche a circa 300.000 € per uno strumento che include switch, router e firewall.

    Firewall aziendali: cosa sono e perché sono importanti per la tua azienda

    Firewall aziendali: cosa sono e perché sono importanti per la tua azienda

    La sicurezza in azienda è sempre più importante per evitare non solo che alcuni malintenzionati tentino di compiere azioni criminali rubando, ad esempio, dati preziosi, ma anche per evitare che i dipendenti perdano tempo su siti non inerenti alle attività lavorative.

    I firewall aziendali nascono proprio per evitare cattive sorprese legate al mondo del web, diventando la prima linea di difesa per la rete aziendale.

    Sia che essi vengano installati fisicamente o digitalmente restano la migliore soluzione per permettere di far passare solo il traffico esplicitamente autorizzato da un amministratore attraverso delle regole preimpostate.

    In questa maniera l’azienda saprà sempre quello che succede nella propria rete interna e potrà andare ad intervenire per migliorare le prestazioni, filtrando contenuti nocivi, email con allegati malevoli e controllando tutti i login fatti dai propri dipendenti.

    Un firewall aziendale, oltre a proteggere 24 ore su 24, 7 giorni su 7,  è un elemento chiave  per il mondo del lavoro che si sta sviluppando adesso, sempre di più volto verso il lavoro da remoto. Questo perché grazie al firewall la connessione tra il server e i dipendenti in Smart Working rimane sempre protetta.

    Per approfondire l’argomento in questo articolo parleremo:

    Cos’è un firewall aziendale

    Un firewall aziendale è un dispositivo in grado di mettere in sicurezza la rete, monitorando il traffico in entrata e in uscita grazie a delle regole di sicurezza, definite ogni volta da un amministratore di rete, che bloccano certi tipi di attività.

    Quando si parla di dispositivi si intende normalmente o un hardware o un software in grado di compiere le azioni di difesa della rete.

    Le reti informatiche sono la WAN, normale rete interna, e la LAN, la vera e propria rete aziendale. Il firewall si pone in mezzo a controllare il flusso che attraversa queste due reti.

    Letteralmente la parola “firewall” significa “muro di fuoco” e, nella vita di tutti i giorni, è quella parete che aiuta l’edificio, in caso di incendio, a non trovarsi sommerso dal fuoco. In informatica  è un’immagine che riesce a rappresentare bene i compiti del firewall che controlla i dati in entrata e in uscita per evitare la propagazione di minacce per il sistema a cui è messo in protezione.

    Inoltre un firewall può anche essere posto come collegamento tra due reti informatiche diverse, diventando un elemento chiave non solo per la protezione, ma anche per la business continuity.

    3 diverse tipologie di firewall 

    Esistono diverse tipologie di firewall, ognuno dei quali nasce per risolvere particolari problemi di sicurezza per la  rete. Alcuni possono essere utili da installare sui computer, altri risultano specifici per fare da filtro.

    Allo stesso modo ogni firewall è adatto per compiere diversi lavori e monitorare specifiche minacce.

    Possono esserci i firewall personali, preinstallati sui nostri computer personali per proteggere dall’accesso a particolari siti web, firewall dedicati alle singole applicazioni e molto utili a livello aziendale, firewall per filtrare i dati scambiati tra un computer e un server.

    Qui li raggruppiamo in :

    • Firewall fisico
    • Firewall digitale
    • Firewall misto

    Firewall fisico (hardware)

    Un firewall fisico, chiamato anche firewall hardware, è un elemento tangibile come un router o un semplice modem dotato di porte, che viene collegato fisicamente alle reti aziendali. 

    Questo permette di poter accertare direttamente del traffico, senza togliere risorse ad un qualsiasi dispositivo connesso. Un firewall hardware lavora in modo silenzioso, senza far apparire nessuna schermata di pericolo nei computer, bloccando le minacce rilevate secondo le regole impostate, attraverso le porte.

    Esistono tre differenti tipologie di firewall fisici e sono:

    • Routing Firewall: il più diffuso e agisce in maniera diretta a livello di rete, filtrando gli indirizzi IP e le porte.
    • Bridging Firewall: dal nome stesso, abbiamo due segmenti di rete che sono separati e vengono collegati sul livello del modello ISO/OSI.  In questo modo i dati in uscita e in entrata vengono lasciati passare solo se situati al livello del modello.
    • Proxy Firewall: questo firewall lavora a livello di singola applicazione e risulta più specifico rispetto ai due descritti in precedenza.

    Il ruolo maggiore di un firewall hardware è sicuramente quello di filtrare i pacchetti. In questo modo il firewall controlla l’accesso alla rete e, grazie alle regole impostate dall’amministratore, decide quali sequenze lasciar passare e quali no, individuando gli indirizzi IP o le porte.

    Questo tipo di firewall, a differenza di quello software, è più resistente all’attacco dei malware. Inoltre nasconde il computer o la rete al mondo esterno.

    Firewall digitale (software) 

    Questi sono firewall che vengono utilizzati di meno nelle aziende perché percepiti meno utili a soddisfare le esigenze specificate di un business.

    Per funzionare essi devono essere installati attraverso un programma, direttamente sul computer proteggendolo così da qualsiasi minaccia esterna.

    Essendo installato direttamente sul dispositivo, sono firewall che utilizzano le risorse dirette del computer riducendone la prestazione. 

    Se si dovesse decidere di utilizzarlo per più sistemi in rete tra loro, il prezzo tende ad alzarsi al numero di computer connessi.

    Un firewall software è in grado di proteggere i dispositivi dalle minacce comuni, come l’accesso a siti considerati malevoli oppure worm derivanti da posta elettronica.

    Un firewall digitale viene quindi maggiormente consigliato per la protezione dei computer personali o dei singoli device di uso quotidiano.

    Firewall misto

    Come dice la parola stessa, questi sono sistemi ibridi che hanno sia una parte hardware che una software, ovvero un programma che deve essere installato sul computer.

    Prendendo il meglio dai due sistemi, questa è la soluzione migliore in ambito aziendale.

    Come funzionano i firewall aziendali 

    Per un’azienda è fondamentale installare dei firewall perché sono la prima linea di difesa per la rete informatica, ma anche un ponte tra reti diverse diventando così un mezzo per la protezione e la continuità della rete.

    Lo scopo principale di un firewall aziendale è quello di proteggere le reti WAN e LAN attivando un filtro che agisca tra i dati in entrata e quelli in uscita.

    Una volta che vengono installati, fisicamente o digitalmente, i firewall fanno da vero e proprio muro permettendo il passaggio solo dei dati esplicitamente autorizzati attraverso le regole, chiamate Access Control List (ACL) impostate da un amministratore.

    Un firewall aziendale difende le rete attraverso l’uso di filtri di protezione che:

    • Verificano come i servizi vengono utilizzati da chi lavora in azienda
    • Esaminano la direzione dei flussi dati
    • Controllano gli utenti collegati alla rete
    • Permettono, dopo un’attenta analisi, di accedere o meno a certi servizi online

    Un firewall dunque blocca l’accesso a tutti quei servizi che non rispettano i parametri prestabiliti da un’azienda. Tutto questo avviene grazie agli indirizzi IP e porte univoci, che identificano ogni sistema, il quale poi comunica, attraverso un protocollo, con altri sistemi tramite dei pacchetti. Ed è così che un firewall aziendale protegge la rete interna dal mondo esterno con cui scambia informazioni, filtrando i dati e classificandoli in attendibili o meno.

    Per classificare i dati che riceve, normalmente un firewall utilizza questi due criteri:

    • Default-deny: il più largamente utilizzato, perché in grado di offrire indicazioni specifiche. In questo criterio viene consentito il passaggio solo dei dati che sono stati autorizzati in maniera esplicita.
    • Default-allow: in questo criterio viene bloccato solo ciò che è stato vietato in maniera esplicito, tutto il resto viene considerato quindi attendibile.

    Al momento in cui avviene uno scambio di dati,  le liste in cui sono inserite le regole controllano se essi rispettano o meno i parametri stabiliti, dando il permesso o negandolo di accedere alla rete aziendale.

    Il firewall è quindi uno strumento fondamentale che un’azienda deve avere in campo di cybersecurity, in grado di adattarsi ogni volta alle esigenze specifiche

    Le funzionalità fondamentali nei firewall aziendali 

    Abbiamo ormai capito che un firewall aziendale è un strumento in grado di schermare le minacce esterne e garantire la più alta protezione alla rete informatica.

    Il momento migliore per pensare alla cybersecurity di un’azienda è adesso, ma per scegliere il firewall aziendale più adatto è bene che esso abbia al suo interno tutte queste funzionalità.

    • Filtro dei contenuti
      Neanche a dirlo, un firewall aziendale deve proteggere la rete dai contenuti che l’amministratore o l’imprenditore ritengono possano essere malevoli.
      In questo caso il firewall non permetterà che i computer in rete possano entrare in siti pericolosi o ritenuti di distrazione e nemmeno scaricare programmi non autorizzati.
    • Antispam
      Qualsiasi comunicazione non desiderata che è arrivata attraverso l’email è da considerarsi spam. 
      Esso può essere innocuo e creare solo il fastidio di doverlo cancellare, oppure rivelarsi una minaccia attraverso il phishing, cioè tutte quelle attività di frodi che possono attuarsi attraverso il link cliccato ricevuto per posta elettronica.
      Un firewall aziendale con funzione antispam riesce a filtrare tutta la posta che ogni utente riceve, suddividendola in attendibile e non attendibile.
      Ci sono alcuni firewall che riconoscono le email provenienti da specifici server e le bannano come “spammer”, altri che invece analizzano uno ad uno i messaggi spostandoli nella cartella di riferimento più adatta.
    • Antivirus
      Alcuni firewall aziendali sono in grado non solo di prevenire le minacce, ma anche di proteggere la rete nel momento in cui riconoscono un contenuto nocivo.
      Al programma classico di Antivirus installato in ogni computer, andrà quindi ad affiancarsi quello a livello di firewall.
    • Backup linea
      Nel momento in cui dovesse avvenire un guasto e un firewall aziendale sta gestendo più connessioni, esso sarà in grado di deviare il traffico dell’azienda su un’altra linea evitando così di far interrompere le attività.
    • Archivio login cronologia
      Un firewall aziendale può memorizzare differenti login effettuati dai computer aziendali sia su siti web che su cartelle protette da password.
      Grazie a questo tipo di sistema il responsabile dell’azienda può sapere sempre quello che accade all’interno della rete.
    • Controllo di accessi indesiderati
      Il firewall è in grado di controllare e filtrare tutto il traffico e le richieste che avvengono a livello di rete aziendale, individuando così in maniera tempestiva le violazioni di accesso e password oppure tentativi di phishing.

    A cosa servono i firewall 

    Un firewall è importante per un’azienda perché permette ad essa di poter navigare in internet in completa sicurezza, bloccando qualsiasi tipo di attacco informatico.

    È importante inoltre perché un firewall permette di analizzare il traffico di una rete gestendolo secondo le esigenze aziendali che potrebbero decidere, per evitare distrazioni, di bloccare l’accesso a qualsiasi social network. Questo aiuta anche a rilevare i motivi per cui l’azienda sta navigando troppo lentamente o perché uno dei computer aziendali utilizza più banda a disposizione rispetto ad altri.

    Un firewall aziendale è uno strumento che, aggiornandosi ogni giorno in maniera automatica,  riesce a rilevare qualsiasi nuovo virus o malware che la rete può incontrare. 

    Avere un firewall in azienda permette, infine, uno Smart Working sicuro grazie ai VPN che vengono collegati sulla postazione in ufficio o nei programmi aziendali che si devono utilizzare. In questo modo tutto il traffico che avviene tra la propria postazione da remoto e quella interna all’azienda viene criptato per non essere intercettato.

    I vantaggi dei firewall aziendali 

    Il mondo è ormai connesso su larga scala e tutte le aziende sono ormai connesse ad internet. Se da una parte questo permette di raggiungere chiunque, dovunque, dall’altra mette in pericolo l’azienda da possibili attacchi malevoli provenienti dal world wide web.

    Per evitare tutto questo si usano i firewall che portano all’azienda molti vantaggi. Scopriamo insieme quali.

    Aumentano la produttività bloccando i contenuti che possono distrarre i dipendenti 

    Sono molte le organizzazioni che registrano un calo di produttività dovuto alle distrazioni che il mondo di internet può portare. Quando un dipendente è in servizio ma non lavora, ogni minuto che spreca fa perdere soldi all’azienda. 

    Ad esempio, quando i dipendenti navigano in Internet, chattano con gli amici, stanno sui social media o guardano contenuti non legati al lavoro, fanno sprecare del tempo all’azienda. 

    Attraverso l’installazione di un firewall è possibile impostare facilmente criteri per l’accesso ai siti web. 

    È un modo semplice per aumentare la produttività, riducendo la tentazione di fare qualcosa di diverso dal proprio lavoro.

    Aiutano a proteggere la rete quando i dipendenti sono in Smart Working 

    Lo Smart Working ha preso sempre più piede e i dipendenti possono lavorare tranquillamente da remoto. Il problema viene a porsi sulla sicurezza della rete casalinga su cui lavorano. 

    Tuttavia, se è presente un firewall, la connessione tra il server e i dipendenti remoti rimane protetta. 

    Fornisce una potente protezione contro gli hacker

    Gli hacker ormai sono in grado di introdursi nelle reti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, causando danni anche gravi mentre tutta l’azienda si trova a casa e, magari, non sta lavorando. Quando ormai ci si accorge dell’intrusione, il danno è stato fatto. 

    Per gli hacker risulta però molto difficile superare il firewall che permette ai dati e alla rete aziendale di essere protetti. Ecco perché la maggior parte degli esperti informatici considera i firewall la prima linea di difesa contro chiunque abbia intenzioni malevoli. 

    Aiutano a porre limiti nell’utilizzo della banda

    Se poche persone utilizzano la rete, la velocità dei dati è elevata e tutti possono lavorare. Tuttavia, se troppi dipendenti stanno navigando, la velocità diminuisce in maniera notevole. Questo accade in particolar modo se si sfrutta la connessione per chattare, guardare video su YouTube o utilizzare i Social Networks. 

    Un firewall consente di limitare la quantità di  banda utilizzata per l’uso di Internet non legato al lavoro. 

    Non la disattiva completamente, ma permette di limitarne la quantità  che può essere utilizzata per guardare video, ascoltare musica o chattare. In questo modo, la velocità elevate di connessione può essere riservata solo alle attività prettamente lavorative.

    Proteggono i dati nel cloud

    Oggi molte aziende scelgono di ospitare tutti i loro dati nel cloud piuttosto che su un server fisico. 

    Se si dispone di un buon firewall, le possibilità di mettere i propri dati a rischio si riduce notevolmente.

    Funziona in maniera molto simile al modo in cui un firewall protegge le connessioni dei dipendenti che lavorano da remoto: ogni bit di dati viene controllato e ricontrollato per garantire che non passi alcun traffico malevolo.

    Un firewall aziendale protegge e monitora la tua rete 24/7

    Un imprenditore non ha sicuramente il tempo ogni giorno di monitorare la propria rete. Attraverso un firewall, invece, avrete una protezione 365 giorni all’anno 7 giorni su 7.

    Un firewall aziendale è sempre al lavoro per proteggere la rete e i preziosi dati dell’azienda. Inoltre aggiornandosi quotidianamente, impara a fornire tutta la protezione necessaria per il bene dell’azienda.

    Quali sono i migliori firewall aziendali 

    Sul mercato si possono trovare diverse tipologie di firewall aziendali, ognuno adatto alle diverse esigenze.

    Le diverse tipologie di firewall si distinguono in base ad alcune specifiche caratteristiche:

    • Packet filtering firewall: come dice il termine Packet, con questa tecnologia firewall i dati sono raggruppati in pacchetti, ognuno dei quali è caratterizzato da un’intestazione (header). Proprio grazie all’header, il firewall filtra le informazioni basandosi sui valori del protocollo di rete. Non è un firewall completamente sicuro perché non ispeziona il traffico interno.
    • Stateful inspection firewall: è simile al precedente ma più completo, perché filtra i pacchetti di dati utilizzando l’ACL (ovvero, la lista di controllo degli accessi) e tiene traccia dello stato delle connessione e dei dati, cercando i potenziali rischi.
    • Application level firewall o proxy firewall: è il sistema di sicurezza che protegge le risorse di rete. Quello che fa è filtrare i messaggi prima che arrivino a destinazione. Ideale per le aziende che hanno bisogno di una protezione elevata.
    • Firewall hardware: è un sistema di apparecchiature fisiche collegate direttamente alle reti aziendali e contiene, all’interno software specifici, una RAM, schede di rete, un microprocessore e un sistema operativo. Dotato di porte connesse ai dispositivi di una rete, i firewall hardware sono considerati una delle tipologie di firewall più sicuri per una rete aziendale.  Sono utili anche per essere integrati con moderni sistemi di intrusione, utilizzati nell’ambito della cybersicurezza aziendale. Possono inoltre analizzare il traffico in entrata e in uscita per bloccare in maniera completa la diffusione di informazioni o attacchi esterni. Sono più semplici da gestire per l’aggiornamento e la manutenzione perché sono indipendenti dai dispositivi a cui sono connessi e quindi non interferiscono con l’operatività aziendale.
    • Firewall cloud: come suggerisce il nome cloud, è un componente software virtuale utilizzato all’interno di un ambiente “virtuale”, non serve quindi un’installazione dei componenti fisici. L’ambiente cloud è così protetto dal traffico non autorizzato, bloccandolo a monte. Può essere gestito da remoto da esperti in sicurezza informatica.
    • Next Generation firewall (NGFW): un tipo di firewall più potente e avanzato. Riesce a rilevare bene le intrusioni e ha altre funzionalità che forniscono una superiore protezione. Filtra i pacchetti in entrata, verifica che arrivino da connessioni attive e li esamina dal punto di vista applicativo, prevenendo le intrusioni grazie ai sistemi IDS e IPS. Questo è un sistema che conosce bene la rete ed è in grado di individuare dove si trovano le più grandi minacce, rispondendo a potenziali attacchi, grazie ad automazioni di sicurezza intelligenti.

    Quanto costano i firewall aziendali? 

    Un firewall aziendale può variare di costo a secondo delle funzioni di cui si ha bisogno.

    Per un firewall aziendale di tipo hardware, mediamente più esoso di uno software, i costi vanno da un minimo di 2000-3000€ fino ad un massimo di 5000€. Le marche come quelle di Cisco, Firebox o Zyxel possono arrivare anche a prezzi più alti.

    Grazie alla propria consulenza informatica, Valore BF può valutare i dispositivi che la tua rete necessità per essere messa in sicurezza. Grazie all’intervento di un consulente ICT verrà valutato il prodotto ideale per rispondere alle necessità della tua azienda.

    Brother Certified Solutions Partner

    Brother Certified Solutions Partner

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    Brother aiuta le imprese a crescere grazie al supporto dei suoi migliori partner per rispondere alle crescenti esigenze di business delle aziende italiane. È proprio per essere vicina alle imprese che Brother punta, da sempre, sui propri Partner, che hanno un ruolo cruciale per le organizzazioni: sono coloro che si fanno portavoce dei valori aziendali e condividono competenze professionali in ambito printing.

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